La Turchia si può definire come la terra delle contraddizioni, un Paese dove diverse culture convivono ormai da millenni. Regione di confine, tra il continente europeo e quello asiatico, vede coesistere al suo interno la laicità e la cultura islamica, con tutti i compromessi che ciò comporta.
Chi ha avuto modo di visitare questo Paese avrà notato ad esempio come sia vietato alle donne di indossare il velo, pur trattandosi di una nazione in cui la religione islamica, che invece lo impone, è predominante. Ankara, la capitale, è una città prettamente europea, ma basta spostarsi al sud-est del Paese per trovare regioni dall’aspetto completamente diverso, dove il tempo sembra essersi fermato e dove l’occidentalizzazione praticamente non è mai avvenuta.
Vero e proprio ponte tra due mondi, quello occidentale e quello orientale, l’Asia Minore è una terra che storicamente ha sempre costituito un’attrattiva per l’uomo, anche per via delle sue risorse naturali. Qui si colloca, non a caso, la nascita della civiltà e sempre qui sono ambientati alcuni racconti biblici come quello relativo alla famosa Arca di Noè, che secondo tradizione andrebbe ricercata sul monte Ararat.
Se la storia ha un ruolo predominante in Turchia, a costituire attrazione per i viaggiatori provenienti da tutto il mondo sono da un lato i monumenti considerati patrimonio dell’umanità, come la bellissima Aya Sofia ad Istanbul e dall’altro i paesaggi affascinanti, come le splendide coste del versante meridionale del Paese o le affascinanti bellezze della regione della Cappadocia. La gentilezza e la cordialità degli abitanti costituisce infine un ulteriore punto a favore per questa terra che al primo posto ha sempre messo l’ospitalità.
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Visto e passaporto per la Turchia
Un cittadino italiano che vuole visitare la Turchia non ha bisogno di particolari documenti, se non di una carta di identità che abbia validità per l’espatrio. Questo vale sia per chi viaggia in aereo che per chi si muove con mezzi propri, in auto o in moto. Possibilmente, sarebbe comunque preferibile che almeno chi guida sia in possesso di un passaporto su cui registrare gli estremi del mezzo con il quale sta entrando nel Paese. Non è più necessaria invece l’apposizione del visto al momento dell’ingresso in Turchia, che è stato invece obbligatorio fino al 2007.
A cosa prestare attenzione: la carta di identità va bene per entrare in Turchia, anche se la stessa è stata rinnovata con apposito timbro sul retro. In caso invece di carta elettronica accompagnata da certificato di proroga (il cedolino cartaceo), si potrebbe incorrere in problemi al momento dell’arrivo in Turchia. Per tale ragione, per una questione di maggiore tranquillità, in questi casi è preferibile utilizzare un passaporto.
Quando andare in Turchia: il periodo migliore
Non esiste un periodo specifico consigliato per recarsi in Turchia. Ogni regione del Paese ha infatti le sue specifiche caratteristiche climatiche e per questo conviene regolarsi sulla base della propria destinazione.
Prendiamo ad esempio Istanbul, una delle mete più gettonate del Paese, che può essere visitata sia in primavera che in autunno. In estate infatti le temperature sono decisamente più calde, ma comunque non proibitive.
Se la destinazione del viaggio sono le località balneari della costa, che si tratti del versante dell’Egeo o di quello del Mediterraneo, è bene tenere presente che la stagione balneare inizia già ad aprile, con temperature anche di 30° C, che persistono fino a ottobre. Se sulle coste ci si reca invece non per abbronzarsi e fare il bagno, ma per visitare le città storiche, allora conviene muoversi in primavera o in autunno, in quanto è questo il periodo in cui le temperature oscillano tra i 20° e 25° C. Le stesse stagioni sono le più adatte anche se si è diretti nelle regioni centrali del Paese, mentre per l’est da maggio a ottobre qualsiasi periodo va bene.
Quanto stare
Si potrebbero trascorrere intere settimane in giro per la Turchia, per ammirare tutte le meraviglie di questa terra e per visitare l’intero Paese sarebbe necessario almeno un mese. Il programma di ogni viaggiatore prevede però delle tappe di durata prefissata e allora, ci chiediamo, quanto stare nelle diverse località?
Per un soggiorno ad Istanbul, diciamo la verità, i classici 2-3 giorni (week end lungo) che vengono dedicati alla città nella maggior parte dei tour non sono affatto sufficienti. Per vedere come si deve quest’affascinante centro affacciato sul Bosforo è necessaria infatti almeno una settimana.
Se poi si ha la fortuna di poter prolungare il proprio soggiorno, con 15 giorni a disposizione si può prendere un volo per Konya e andare alla scoperta della suggestiva Cappadocia o magari di Pamukkale.
Se si dispone di almeno una settimana di tempo, sempre da Istanbul, si può volare fino ad Antalya e soggiornare presso una delle città balneari della costa mediterranea, con relativa visita ai siti archeologici di Side o Aspendos.
Sulla costa egea, poi, c’è l’imbarazzo della scelta. In circa 10 giorni si può effettuare infatti un tour completo, partendo da Pergamo e visitando antichi siti come Efeso o Bodrum.
I più coraggiosi, infine, possono recarsi ad est, dove in un tour di una settimana si può andare alla scoperta di siti come Nemrut Dagi o Diyarbakir.
Da mettere in valigia
La valigia va preparata in base alla stagione in cui si viaggia e alla meta. Se si resta sulla costa sono sufficienti vestiti leggeri, a meno che non sia inverno, mentre se ci si inoltra nell’interno è opportuno portare con sè almeno un maglioncino e un impermeabile. Da non lasciare a casa sono inoltre un cappello, gli occhiali da sole, un costume e un paio di sandali.
Come arrivare in Turchia
Per raggiungere dall’Italia le città di Istanbul o Izmir sono sufficienti 3-4 ore di aereo. I voli sono effettuati dalla compagnia di bandiera turca, la Turkish Airlines (www.thy.com/it), con partenze giornaliere da Roma e Milano e con la possibilità poi di acquistare un volo interno a tariffa speciale.
Altra compagnia che ha voli per la Turchia è l’Alitalia (www.alitalia.it), sempre da Roma e da Milano.
Soprattutto nel periodo estivo molto utilizzati sono anche i voli charter senza scalo per le località turistiche più gettonate e per Ankara.
Un’alternativa valida all’aereo è costituita dal traghetto, che consente di trasportare anche la propria automobile. Naturalmente è fondamentale non avere problemi di tempo.
Una delle compagnie che effettua il servizio è la Turkish Marittime Lines, con partenze settimanali da Venezia per Izmir oppure da Brindisi per Cesme. Ci sono poi la Med Link e la Sea Serenade. Per chi parte da Trieste c’è l’Anatolia Ferries per Cesme.
Non è possibile purtroppo raggiungere la Turchia dall’Italia in treno, a meno che non si passi per la Romania, mettendo in conto almeno due giorni di viaggio.
I pullman dell’Eurolines si fermano a Sofia e non esistono tratte per la Turchia.
Chi si muove in auto o in camper, infine, può percorrere i 1600 km del tragitto che parte da Trieste e arriva a Edirne, passando per Belgrado e Sofia, oppure può raggiungere Thessaloniki per poi proseguire per Ipsala. In questo caso però i km diventano ben 1950 e la strada non è propriamente agevole.
Turchia: cosa vedere
Una cosa è certa, in Turchia non è possibile annoiarsi, talmente tante sono le offerte e le proposte per i viaggiatori.
Naturalmente chi si reca in Turchia per la prima volta avrà obiettivi diversi rispetto a chi ci è già stato.
Vi sono infatti alcune tappe obbligate, mete che non si possono non visitare almeno una volta, come Istanbul, la Cappadocia con Goreme, le città sotterranee e la spettacolare Pamukkale.
Chi ama l’archeologia e la storia non può esimersi da una tappa a Pergamo, Bodrum o Aspendos, dove si conserva l’unico teatro greco di cui resta ancora l’alzato.
Come non citare poi la monumentale Nemrut Dagi, il Monte Ararat o Samsun.
Se queste sono le meraviglie da vedere, chi ama lo shopping non può esimersi dall’avvicinarsi al caratteristico artigianato turco, con prodotti davvero particolari, come i tappeti e le ceramiche.
Istanbul
Istanbul è la città più visitata dell’intera Turchia, unica in tutto il mondo per la sua posizione a metà tra l’Asia e l’Europa.
Come abbiamo già accennato, per visitarla sarebbe necessaria almeno una settimana, anche si normalmente si effettuano tour di circa 3 giorni che consentono di vedere almeno i monumenti più importanti.
In origine Istanbul si chiamava Bisanzio, ma nel 328 d.C., quando l’imperatore Costantino la trasformò nella Roma d’oriente, prese il nome di Costantinopoli.
Nel XV secolo arrivarono poi gli Ottomani, che si impossessarono della città e ne fecero la capitale del loro impero, fino al 1923, quando nacque la Repubblica turca e la capitale divenne Ankara.
Tra le meraviglie da visitare, la prima degna di essere menzionata è sicuramente Santa Sofia (Aya Sofya), prima chiesa cristiana e poi moschea, divenuta museo nel 1934.
Come non citare poi il Topkapi Sarayi, il maestoso e lussuoso palazzo del sultano, realizzato nel 1465 con l’harem, i cortili e tutti gli altri edifici connessi, ricchi di tesori che oggi sono parzialmente esposti ai visitatori. Tra questi le preziose reliquie del profeta Maometto.
Altro monumento molto famoso della città è la Moschea di Solimano (Süleymaniye Camii), la più imponente di Istanbul, tanto da poter ospitare ben 5000 persone, nata nel XVI secolo per la ricorrenza dei 30 anni di regno di Solimano il Magnifico.
Enorme è la sua cupola con i minareti attorno, e di grande importanza storica è il Mausoleo del Sultano che si trova all’interno e nel quale sono custodite le spoglie di Solimano e della sua sposa Rosselana.
Una delle mete d’obbligo della città di Istanbul, dove tornare anche se la si è già vista, è la splendida Moschea Blu, la Sultan Ahmet Camii (1609-1616), che prende il suo nome dal colore delle maioliche di Iznik, che ne costituiscono il rivestimento esterno. I sei minareti di questa moschea sono un unicum (solo la Kaaba alla Mecca ne ha di più). Il progetto originale ne prevedeva in realtà soltanto 4, ma fu il sultano Ahmet I che decise di aggiungerne altri due per renderla ancora più monumentale.
Al 1462 risale infine la Mahmut Pasa Camii, che è a tutti gli effetti la moschea più antica di Istanbul.
Molto interessante per chi ha almeno un giorno in più a disposizione, è senz’altro il giro in battello sul Bosforo, con escursione alle Isole dei Principi.
Una particolarità di Istanbul, da visitare se si dispone del tempo necessario, sono anche le suggestive cisterne sotterrane che furono costruite nel periodo bizantino con materiali di recupero prelevati per lo più da monumenti di epoche precedenti. Una di queste, la più grande, è la Yerebatan Sarayi, un ambiente di 140 x 70 m, con soffitto a volte e ben 336 colonne di reimpiego poste a suo sostegno. Famosi sono i due bassorilievi con Medusa, che figurano in tutte le cartoline che riproducono il monumento.
Un’ultima meta di interesse per i turisti è la Torre del Galata, realizzata nel 1348 dai genovesi e dalla cui sommità è possibile godere di uno splendido panorama.
Ankara
Se Istanbul è il simbolo dell’antichità, la sua perfetta antitesi è la moderna Ankara. Questa città è stata il fulcro della liberazione della Turchia dal dominio dei sultani, negli anni ’20 del secolo scorso.
Ankara normalmente non costituisce una tappa di un viaggio in Turchia, a meno che il volo non atterri proprio lì. In quel caso si possono dedicare un paio di giorni alla visita di quella che si presenta comunque come una metropoli piuttosto caotica e caratterizzata dal traffico selvaggio e dallo smog.
Una volta qui si possono visitare il mausoleo di Ataturk, che fu la prima tappa del viaggio in Turchia di Papa Ratzinger, e la famosa Cittadella.
Anitkabir, il Mausoleo di Ataturk, domina con la sua mole imponente l’intera città. Edificato nel 1953, questo monumento è oggi un bellissimo museo, all’interno del quale si conservano gli effetti personali di Ataturk e diversi documenti legati alla guerra d’indipendenza turca.
L’ingresso al mausoleo da parte dei visitatori è consentito tutti i giorni, ad eccezione del lunedì, giorno di chiusura settimanale. Particolarmente belli sono gli spettacoli della stagione estiva, quando la struttura si colora di luci e si riempie di suoni, in particolare di notte.
Ankara Kalesi, che noi chiamiamo la Cittadella, è una zona molto particolare della città, caratterizzata da costruzioni povere, realizzate in stile tipicamente ottomano, che sono state oggetto di ristrutturazioni per ospitare ora ristoranti, hotel o negozi. Attraversare i vicoli di questa zona di Ankara è davvero emozionante e al culmine della salita si può godere di un panorama unico su tutta la città.
Tornando ai monumenti, da visitare ad Ankara c’è anche la Moschea Aslanhane, che fu realizzata nel XVIII secolo in stile selgiuchide e la cui peculiarità sono le colonne dipinte in legno. Questo dettaglio l’ha portata ad essere soprannominata “moschea foresta”. La tomba di Ahi Serafeddin è ubicata proprio accanto al monumento e sempre in quella zona di può fare shopping tra i tanti negozi che vendono prodotti tipici dell’artigianato del luogo.
C’è poi la Kocatepe Camii (Moschea Kocatepe), che non solo è la più grande di Ankara, ma è anche una delle più grandi di tutto il mondo. In stile ottomano, presenta una cupola centrale e quattro minareti. La sua costruzione fu iniziata nel 1967 e terminò nel 1987.
Chi ama la storia e i musei può visitare infine l’Anadolu Medeniyetler Muzesi, il Museo degli Ittiti. Al suo interno si conservano importanti reperti archeologici che risalgono ai periodi più antichi della storia di tutta l’umanità, di cui l’Anatolia è stata la culla. Si va dal paleolitico all’epoca dell’impero romano, passando ovviamente per il periodo della dominazione ittita. In estate il museo è aperto alle visite tutti i giorni, mentre nella stagione invernale la chiusura settimanale è il lunedì.
Cappadocia
In Turchia esiste una regione che ha qualcosa in comune con il mondo delle fiabe, caratterizzata da un paesaggio surreale fatto di pinnacoli, abitazioni scavate nella roccia, città sotterrane e crepacci. Si tratta della Cappadocia, raggiungibile in auto da Ankara in sole 4 ore di viaggio, oppure in aereo, atterrando a Konya.
Per visitarla sono necessari almeno 3 giorni, ma se si ha la possibilità di effettuare soltanto un’escursione di una giornata, il consiglio è quello di puntare al parco di Goreme, con i suoi camini delle fate.
Non lontano da Goreme c’è la città di Nevsehir, un centro che fu fondato dagli ittiti e che oggi è capoluogo di provincia. Qui si può trovare un alloggio a poco prezzo e logisticamente si è ben collegati alle principali attrattive della regione.
Poco più a sud, infatti, a circa 25 km di distanza, sono ubicate le famose città sotterranee, prime fra tutte Kaymakli e Derinkuyu, che servirono come rifugi prima agli ittiti, poi ai cristiani che nel periodo bizantino le usarono per ripararsi dagli attacchi degli arabi.
Derinkuyu, la più grande e famosa, si estende su ben 8 livelli ed è un vero e proprio labirinto di cunicoli e ambienti sotterranei. Si tratta di una città vera e propria, dove c’erano cucine, chiese, scuole e tutto ciò che poteva servire per sopravvivere. Un sistema di porte in pietra ben studiato consentiva di bloccare i cunicoli, mentre l’aria veniva fatta entrare attraverso appositi canali di aerazione. Oggi molti di quei cunicoli sono utilizzati come cantine da chi abita nelle abitazioni costruite in superficie e proprio per tale ragione solo una minima parte della città sotterranea è visitabile.
Altrettanto interessanti sono le chiese bizantine scavate nella roccia, con le loro bellissime pitture, un vero e proprio patrimonio artistico oltre che storico.
La Cappadocia, però, si identifica nell’immaginario collettivo con i famosi camini delle fate. Ma di cosa si tratta esattamente? Quelli che vengono chiamati camini sono in realtà particolari formazioni, risultato di anni ed anni di erosione del vento e della pioggia, che hanno perpetrato la loro azione sugli strati tufo e basalto che costituiscono il territorio della Cappadocia. Questo tipo di conformazione ha avuto origine dalle eruzioni dei vulcani Monte Erciyes e Monte Hasan, avvenute ben tre milioni di anni fa.
Il basalto è duro, mentre il tufo è tenero, dunque il primo ha offerto riparo al secondo ed è per questo che l’erosione ha dato origini ai camini, veri e propri pinnacoli di tufo sovrastati da una piastra di basalto. Furono poi i romani a prelevare gran parte di quelle pietre per riutilizzarle nei loro sepolcri ed è così che diversi camini ne sono rimasti privi, conservando soltanto il tufo.
Proprio il Parco di Goreme è il più ricco di questi capolavori della natura. Meta ogni giorno di centinaia di turisti, questo parco è un vero e proprio museo all’aria aperta ed è impreziosito dalle chiese rupestri con affreschi, che costituivano il complesso monastico della città. Questi luoghi di culto scavati nella roccia sono stati realizzati tra il X e il XIII secolo e hanno una struttura piuttosto omogenea e ricorrente, con pianta a croce e quattro colonne a sorreggere la cupola centrale.
Altri camini delle fate e chiese rupestri si trovano anche a Selime, dove diversi edifici scavati nella roccia sono stati riutilizzati al giorno d’oggi dagli abitanti del luogo come case o magazzini.
Da non perdere in Cappadocia sono anche i siti di Urgup, uno degli insediamenti più antichi della regione, con la sua cittadella storica che merita senz’altro una visita, Ortahisar e Zelve. Per chi vuole vedere qualcosa di diverso oltre ai camini e alle chiese rupestri, c’è poi il sito della Valle di Ihlara, con le sue pareti verticali che formano un caratteristico canyon.
Come spostarsi
Voli interni
Per spostarsi all’interno della Turchia, il mezzo più pratico e rapido è l’aereo. Le principali compagnie con le quali è possibile volare da una città all’altra sono la Turkish Airlines (www.thy.com/it), la Istanbul Airlines e la Pegasus Airlines (www.flypgs.com).
La prima, compagnia di bandiera, offre ai viaggiatori la possibilità di acquistare biglietti a prezzi ridotti per chi ha già effettuato un volo internazionale da o per la Turchia. Le tariffa per un volo interno parte da circa 100 euro.
La Pegasus Airlines e la Istanbul Airlines sono invece due compagnie più economiche, ma non per questo meno affidabili.
Mezzi pubblici
Il servizio di mezzi pubblici non è molto ben strutturato in Turchia. Esso è costituito da una rete di traghetti, treni e pullman, ma non tutti i centri sono ben collegati.
Le moderne città che sono dislocate sulla costa dell’Egeo e del Mar Nero, come Izmir e Trabzon, sono collegate ad esempio ad Istanbul tramite traghetti passeggeri che possono trasportare anche auto.
Se il servizio traghetti è piuttosto sviluppato, come è naturale sulla costa, tanto da essere disponibile anche sul Mar di Marmara e sullo stretto dei Dardanelli, non si può dire lo stesso della rete ferroviaria, i cui mezzi sono inadeguati, lenti e generalmente anche molto affollati. Il collegamento non è presente sulla costa mediterranea e su quella dell’Egeo ed è disponibile solo per un breve tratto che collega Izmir e Soke.
Tra Istanbul e Ankara c’è invece un servizio moderno, simile a quello che collega la stessa città a Kars e Izmir e Ankara a Isparta e Basmane.
I pullman sono più pratici, offrono un servizio più capillare e soprattutto sono più economici. Si può andare, solo per fare un esempio, da Istanbul fino in Cappadocia spendendo non più di 25 euro, per un viaggio che dura circa 12 ore, partendo preferibilmente dalla stazione di Harem, sul lato asiatico della città.
Il viaggio in pullman ha anche il lato positivo di permettere di conoscere meglio i luoghi che si attraversano, anche se si deve sempre mettere in conto il fatto che soste impreviste dovute a guasti sono all’ordine del giorno.
Mezzi a noleggio
Per aver maggiore libertà negli spostamenti si può decidere di viaggiare autonomamente prendendo a noleggio un’automobile. Sia nelle città che presso gli aeroporti si trovano diverse agenzie presso le quali è possibile prendere un’auto. Chi è bravo con internet può anche prenotare il servizio da casa prima della partenza. Il costo del noleggio è pari a circa 30 euro al giorno e il consiglio è quello di scegliere un’automobile diesel, così da spendere meno per il carburante.
Interessante, sempre per restare in tema di noleggi, è anche la possibilità di prendere un caicco, una goletta a due alberi, per poter ammirare le bellezze della costa dell’Egeo o del Mediterraneo, scegliendo a seconda delle proprie capacità, se chiedere anche uno skipper per farsi accompagnare nell’avventura. Il costo non è in genere proibitivo, ma aumenta in periodo di alta stagione e ovviamente è legato anche al tipo di imbarcazione che si va a noleggiare.
Altri mezzi
Nelle città è possibile spostarsi non solo con i mezzi pubblici o con l’auto a noleggio, ma anche con i più economici taxi o dolmus (taxi collettivi), i cui itinerari sono prefissati e non possono essere personalizzati.
Dormire in Turchia
In Turchia si può dormire a qualunque prezzo e non è un’esagerazione. Di strutture dove alloggiare ve ne sono infatti a centinaia in ogni località turistica e vengono coperte tutte le fasce di prezzo, dagli economici villaggi vacanza posizionati sulla costa agli hotel lussuosi, fino alle particolarità della zona, come gli alberghi della Cappadocia scavati nel tufo, nei quali si può dormire come se ci si trovasse in un’antica città sotterranea.
Le città in cui ogni anno si registra una maggiore affluenza di turisti sono anche quelle in cui sono stati costruiti i migliori alberghi e si possono trovare sia hotel a 3 stelle, la cui fascia di prezzo oscilla tra i 40 e i 50 euro, che 4-5 stelle dove per una camera doppia si può spendere da un minimo di 120 a un massimo di 300 euro. Gli alloggi più economici ma allo stesso tempo anche più caratteristici sono invece quelle pansiyon in cui si può dormire anche con 15 euro a notte. Se questi ultimi sono alloggi frequentati per lo più dalla popolazione locale, particolarmente amati dai viaggiatori che sono dotati del giusto spirito di adattamento, sono gli ostelli e le residenze per studenti, dove si può stare anche con soli 4 euro se si opta per un letto in camerata, un po’ di più, ma sempre sotto i 15 euro se si decide invece di prendere una camera.
Una validissima alternativa ad ostelli e alberghi sono i campeggi, purché siano ben organizzati. Anche in questo settore sono diverse le offerte disponibili. Il campeggio libero è altamente sconsigliato, se non altro per una questione di sicurezza (se proprio si è costretti, meglio scegliere una zona non troppo periferica o ancor meglio informarsi presso la più vicina stazione di polizia), e preferibili sono piuttosto quelli organizzati. Bisogna tenere presente infatti che le città turistiche sono proprio quelle dove la criminalità è più diffusa. L’aspetto sul quale va posta l’attenzione quando si sceglie tra un campeggio privato e uno ufficiale è fondamentalmente quello della pulizia, che spesso nel primo caso non è garantita. Insomma, si paga meno, ma si rinuncia a molto.
Piatti tipici turchi: cosa mangiare
I piatti tipici da gustare in Turchia sono molteplici e anche su dove mangiare il viaggiatore non è ha che l’imbarazzo della scelta.
La cosa migliore da fare se ci si vuole comportare da veri viaggiatori è indirizzarsi verso un locale caratteristico, dove siano proposte anche musiche tipiche e dove si possa danzare. Tutto questo è possibile però soltanto nei ristoranti più lussuosi, mentre i locali più economici, dove si mangia comunque abbastanza bene, sono meno scenografici e offrono un servizio a un prezzo medio di circa 20 euro per un singolo pasto.
Se si fa parte invece di quella categoria di viaggiatori che non vuole perdere tempo a fermarsi per locali, ma preferisce mangiare qualcosa al volo per riprendere subito la sua escursione, c’è sempre la cucina di strada. Ai bordi della via si possono acquistare a basso prezzo spiedini, fritture, polpette, mais arrostito e ovviamente kebab. Del resto la cucina turca è frutto di una lunga e storica tradizione, ma davvero si vuol essere sicuri di non consumare solo piatti turistici, conviene accertarsi bene che il ristorante sia effettivamente un locale per gente del posto. Un segreto per riconoscerli sta nel controllare che non vengano serviti alcolici.
A parte il tradizionale kebab, che abbiamo già menzionato, non si può non ricordare il kaimak, formaggio tipico contenente foglie di oppio, che viene preparato nella città di Afyon. Per quanto riguarda poi le bevande, da provare è senza dubbio l’ayran, che è fatto di yogurt greco, acqua fresca e sale. La sua funzione è di contrasto all’effetto delle forti spezie che i turchi usano in cucina.
Comportamenti
La Turchia, è bene ricordarlo, è uno Stato laico. Tuttavia, come abbiamo già avuto modo di ricordare, la religione che prevale è quella islamica. Proprio per tale ragione, vi sono alcuni comportamenti che è meglio tenere o non tenere, nel rispetto delle regole che tale credo impone. Si parla di vestiti, per quanto riguarda sia le donne che gli uomini, per i quali è meglio evitare pantaloni corti, ma anche della necessità di entrare nelle moschee o in una casa locale a capo coperto e senza scarpe.
Sempre in fatto di comportamento, c’è da tenere presente che i turchi sono molto ospitali e disponibili, ma è meglio non toccarli sul lato della politica o della loro religione, perché possono adirarsi anche per poco su questi temi a loro molto cari.
Festival e tradizioni
In Turchia esistono diverse festività laiche segnate sul calendario. Si comincia dall’1 gennaio, il Capodanno, e si prosegue con la Festa dell’Indipendenza, che cade il 23 aprile.
Il primo maggio è la festa dei lavoratori, mentre il 19 dello stesso mese si celebrano la gioventù e lo sport in memoria di Ataturk.
La Festa della Repubblica cade il 29 ottobre e il 10 novembre per i turchi ricorre l’importante Anniversario della morte di Ataturk.
A queste feste laiche si aggiungono poi quelle del calendario lunare islamico, in particolar modo quelle legate al Ramadam, il Capodanno islamico, la nascita di Maometto e la Festa del Sacrificio.